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Premio internazionale di letteratura Città di Como

Lezioni di scrittura: Elisabetta Bucciarelli

“La scrittura, frequentata da chi ne ha fatto una professione o vissuta da lettori, e un costante stato d’innamoramento. Chi scrive, anche quando non sta materialmente riempiendo le pagine, sta ugualmente componendo nei pensieri. Ha infiniti semi di storie che germogliano e vanno innaffiati e nutriti con perseveranza. Alcuni non sopravvivono, altri crescono. Le storie prendono forma e vengono costantemente cullate nella mente, restano ferme, sedimentano, poi d’improvviso si allargano, comprendono altre storie che sembravano appartenere a semi differenti e che invece s’intrecciano, fondendosi in un’unica e sola”.

Parola di Elisabetta Bucciarelli, scrittrice milanese, tratte dal suo manuale del 2014 edito da Ponte alle Grazie Scrivo dunque sono. Trovare le parole giuste per vivere e raccontarsi. Elisabetta Bucciarelli, autrice di romanzi, gialli e poesie, nonché sceneggiature, ha una lunga militanza nell’insegnamento delle scrittura grazie ai suoi manuali Io sono quello che scrivo, la scrittura come atto terapeutico e Le professioni della scrittura.

Ecco un altro consiglio prezioso, per principianti e non: “Chi scrive cerca parole tutti i giorni. Le ascolta dagli altri,le afferra dalle canzoni, le ruba dai poeti, perlustra sentieri di scritture distanti (tecniche, scientifiche, filosofiche, sportive, gastronomiche) per trovare linguaggi adeguati, conferme e smentite al proprio dire, chiavi adatte per entrare nei mondi che non conosce. Chi scrive deve riprendere il respiro ogni tanto, fare pause, stare in silenzio, ma non puo vivere distante dai libri, dai quaderni bianchi, dalle matite morbide, dalle penne che scrivono bene, dalla tastiera del computer”.

Eppure chi scrive “non può evitare di parlare di scrittura e soprattutto non può smettere di scrivere, perchè sa che ogni volta in cui un libro comincia e come innamorarsi di nuovo, la stessa predisposizione al corteggiamento, la stessa disponibilità nei confronti del mondo, lo stesso sorriso stampato sul viso e il medesimo struggimento per la lontananza. Sa di non possedere mai del tutto la propria storia, e consapevole che i personaggi prima o poi se ne andranno per la loro strada, forse per sempre. E pericoloso legarsi troppo, doloroso odiarli, complicato amarli, difficile stare sempre dalla loro parte. Ma come si può rinunciare a innamorarsi continuamente? Decidere di non raccontare, trattenersi dal farlo?” Impresa ardua, ma possibile: “Basta uscire con la mente dal percorso creativo e iniziare a domandarsi chi ci pubblicherà, quando, in che modo… e chi comprerà il nostro libro e quanti ne venderemo… cosi si uccide tutto e si finisce per non scrivere niente. Ecco perchè la parte più importante della scrittura riguarda si la storia e anche lo stile, e sicuramente sarà importante l’editore che ci prenderà in considerazione, ma ciò che conta e la relazione che abbiamo instaurato con noi stessi e il linguaggio che prenderà forma e che porterà questo dialogo fuori da noi. In altre parole scrivere ci permette di esprimerci in un contesto che rende legittimi i nostri pensieri, li chiarisce e li ristruttura”.

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