Back
Image Alt

Premio internazionale di letteratura Città di Como

Milo De Angelis e il futuro della poesia contemporanea

Milo De Angelis nella giuria del premio letterario “Città di Como” è una delle personalità letterarie  più autorevoli per vagliare la poesia edita e inedita. Lo abbiamo intervistato.

A che punto è la poesia contemporanea italiana?

“Ho trovato buoni poeti nelle ultime generazioni (’80 e ’90) con una loro voce drammatica, poco incline ai giochi performativi o al patetismo civile. E questo è un buon segno”.

Se rapportata la situazione attuale al Novecento, siamo più verso una reazione o verso un progresso?

“Direi né l’una né l’altro. La vera poesia conosce le sue tradizioni e le rinnova, a volte le fa sanguinare. Ma in ogni caso le conosce”.

Siamo più nel clima futurista o in quello montaliano?

“Non sento un “clima” poetico, ma solo voci, singole voci di solitari, come sono sempre i poeti degni di questo nome”.

Hanno ancora un senso le antologie, le scuole, i manifesti, le riviste?

“Bisogna distinguere: scuole e manifesti non hanno mai avuto senso e non ce l’hanno nemmeno adesso. Antologie e riviste invece sono state importanti e rimangono tali”.

Cosa pensa del poetry slam? E’ solo una performance o rappresenta un futuro possibile per la poesia?

“Il poetry slam è lontano dalla mia idea di poesia e toglie ogni solitudine alla parola”.

Oggi molti si autopubblicano senza filtri né editing. Questo proliferare di libri  aumenta anche il narcisismo? Non si rischia di abbassare il livello generale?

“L’editoria di sottobosco (senza filtri né editing ma soprattutto senza passione poetica) è sempre esistita e sicuramente deprime il livello generale. Ma ai veri poeti non importa nulla del livello generale”.

Che criteri dunque occorre applicare per scegliere una buona poesia?

“Bisogna abolire i criteri, innanzitutto. Bisogna affidarsi alla conoscenza, alla serietà, all’udito e al quid imponderabile che c’è dentro di noi”.

Dopo il Nobel a Bob Dylan, ritiene che ci sarà ancora un poeta insignito dal riconoscimento da parte dell’Accademia di Svezia?

“Speriamo di sì, speriamo nel senso di colpa”.

 

Cookie Policy
Utilizzo dei cookie
I cookie ci aiutano a ricordarti, personalizzare la tua esperienza, distribuire offerte commerciali personalizzate e mostrarti più cose che pensiamo ti piaceranno. Per ulteriori informazioni sui cookie ti invitiamo a navigare la nostra pagina di cookie policy.
Settaggio dei cookie
Questi cookie ci danno la possibilità di offrire un'esperienza personalizzata per la tua navigazione.