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Premio internazionale di letteratura Città di Como

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SPUNTI DI RIFLESSIONE: considerazioni sulla scrittura

La scrittura nasce fra il 3500 e il 3000 a.C. ad opera degli antichi Sumeri in Mesopotamia. Essi trovarono un metodo per mantenere in modo sicuro le informazioni senza doverle tenere a mente ed elaborarono un sistema fatto apposta per gestire dati matematici.

Inizialmente la scrittura registrava solamente numeri e i primi testi che ci sono pervenuti si limitavano a documenti di tipo economico, elencazioni di tasse e certificati di proprietà.

Era un tipo di scrittura parziale cioè adatta solamente a rappresentare informazioni relative ad ambiti molto limitati.

Ma alla fine i Sumeri allargarono a più segni il loro sistema ed oltre a monotoni elenchi di cifre, furono in grado di elaborare la scrittura cuneiforme, un sistema scrittorio totale.

Questo sistema si diffuse anche agli Egizi con la scrittura geroglifica e da loro un po’ ovunque nel mondo antico.

Si iniziarono anche a scrivere altre cose oltre agli elenchi monotoni fatti di cifre interminabili. Vennero alla luce scritti differenti ma la più importante applicazione della scrittura continuò ad essere, per lungo tempo, quella di elencare e produrre dati matematici.

Inizialmente le opere dell’immaginazione erano infatti trasmesse oralmente, pensiamo all’Iliade in Grecia o al Mahabharata in India.

Fu proprio allora che venne alla luce quella cesura della scrittura che ancora oggi continua, e cioè la distinzione fra una scrittura nata per catalogare documenti, formule e tabelle e una dove i dati riescono ad essere associati liberamente attraverso l’ideazione.

La prima scrittura si serve di cataloghi e luoghi mentali nei quali riporre tutti i dati ed è la scrittura della burocrazia, una dimensione dove tutte le cose vanno tenute in cassetti separati, c’è quello per le scadenze, quello per i certificati e quello per le bollette. E se così non fosse sarebbe impossibile trovare un documento.

Poi c’è una scrittura che lascia spazio ai pensieri in libere associazioni, all’immaginazione ed è la scrittura che va oltre alla dimensione burocratica e impiegatizia e cerca di affermare il pensiero olistico davanti alla compartimentazione e alla burocrazia.

E’ tale la scrittura della poesia, del romanzo, dell’immaginazione in genere.

La scrittura ha cambiato il nostro modo di pensare e di vedere il mondo e solo in noi è la possibilità di privilegiare, di rivolgersi ad un tipo di scrittura rispetto all’altra.

La nostra preferenza in tale direzione dà la misura del nostro modo di esistere, di pensare e di decidere liberamente, di essere uomini o semplicemente burocrati.

Giorgio Albonico

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