Lettura del libro: “Giacomo Bove. Un esploratore e un sentiero tra Verbano e Ossola” di Pietro Pisano
Premio Città di Como – Sezione Saggistica V edizione
Mi ero imbattuto nella figura di Giacomo Bove leggendo quel bellissimo libro sugli esploratori italiani di Silvino Gonzato.
Quindi ho letto con attenzione il libro di Pietro Pisano sulla figura dell’esploratore ottocentesco e sul sentiero a lui dedicato tra Verbano e Ossola.
La tragica fine. Bove che scende dal treno a Verona, Porta Nuova.
Un bell’uomo, alto, con barba e baffi biondicci e ben curati.
Stava recandosi a Genova dalla sua famiglia e a Verona avrebbe dovuto salire sulla coincidenza.
Ma non lo fece, era giunto al capolinea.
Guardò il treno passare e poi nella calda serata di agosto con l’afa che non voleva andarsene, camminò per cercarsi un albergo.
Il giorno seguente si recò in centro Verona.
Entrò nella bottega di un armaiolo.
“Vorrei un revolver, mi serve per il tiro a segno” spiegò.
“Prenda questo” gli rispose l’uomo “con questa arma ammazzerebbe anche un bove”.
“Già” rispose il giovane, sorridendo amaro.
Poi uscì verso la campagna seguendo il corso dell’Adige e trovato un gelso frondoso, appese il cappello ad un ramo, si sedette a terra e si sparò alla tempia destra.
Furono rinvenute alcune lettere indirizzate alla Questura e alla moglie.
In una diceva: muoio per colpa di una nevrosi incurabile.
Il morbo contratto nel suo ultimo viaggio in Congo lo tormentava con febbri violente e feroci mal di testa.
Sfogliando le pagine del volume si comprende la figura ottocentesca di questo singolare esploratore che fu tanto poliedrico da essere anche marinaio, studioso, scienziato, geologo, cartografo, antropologo, etnografo, zoologo, scrittore e disegnatore.
“Un italiano che andò lontano: esplorò la terra dell’Artide e dell’Antartide e da Oriente all’Africa rendendo un grande contributo al mondo della conoscenza e della scienza”, fu scritto di lui.
L’autore tratta in modo puntuale un’infinità di storie, analizzando fatti, ricostruendo eventi e accompagnandoli con l’obbiettiva trascrizione delle narrazioni raccolte dalla viva voce dei protagonisti e di una parte dei diari dell’esploratore custoditi nell’archivio di Acqui Terme dove è nato.
Nei 17 capitoli dall’infanzia al suicidio la vita e le esplorazioni di Bove occupano la prima metà del volume.
La seconda parte è invece dedicata al sentiero della Val Grande ripristinato nel 1989 quando passò definitivamente sotto la gestione della Comunità Montana Valle Cannobina.
Un omaggio ad un grande esploratore che ingiustamente dimenticato riacquista il posto che si merita nella memoria storica.
Giorgio Albonico