Lettura del libro: “Terra bianca” di Davide Piras. Edito da Giulio Perrone. Narrativa Edita, V Edizione
Come si può definire la lettura di un libro che ci ha commosso e interessato tanto da obbligarci ad arrivare alla fine in breve tempo?
E’ una buona lettura, bello davvero, mi ha dato emozioni, tanto si può dire.
Tuttavia quello che rimane è la capacità del libro ,attraverso i suoi personaggi e la trama espressa nelle pagine, di comunicare emozioni, di suscitare un movimento nell’animo.
E questo libro di Piras comunica emozioni, fa palpitare il cuore specialmente nel suo finale.
Naturalmente come tutte le lettura quanto si deduce è sempre a carattere soggettivo.
Ma poiché quanto conta per un libro è il passaparola, so che le sensazioni da me provate, sono state abbastanza condivise.
E’ una storia d’amore.Ma non fra un uomo e una donna bensì fra Saverio un orfano che con il tempo diventa un affermato professionista e Giulio, un ragazzo affetto da sindrome di Down.
Giulio e la sua famiglia accolgono Saverio nella loro casa donandogli affetto e quel calore che il ragazzo pensava di avere smarrito per sempre con la perdita della sua famiglia nel corso di un bombardamento avvenuto a Cagliari nel 1943 durante la seconda guerra mondiale.
E’ un amore quello di Giulio nei confronti di Saverio puro, incondizionato, senza interesse:non vuole e non chiede nulla.
E l’amore di Saverio è altrettanto forte?
Giulio è capace di qualsiasi cosa per difendere il suo affetto,Saverio no.
La carriera lo chiama lontano, a Parigi e quando torna richiamato da una lettera dopo dieci anni di assenza, è troppo tardi,Giulio se ne sta andando miseramente.
In una sera di maggio e non poteva essere diversamente perché proprio in una sera di maggio era nata la loro fratellanza tanti anni prima.
Giulio e Saverio, fratelli di sangue per sempre.
Ora che Giulio non c’è più terra alba, terra bianca, ha perso il suo biancore coperto e andato sotto un cielo di catrame, grigio.
Asfalto solo asfalto, tutto attorno.
E Saverio capisce che con Giulio se ne è andata la sua giovinezza.La speranza pure.
Non torneranno più.
Giorgio Albonico