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Premio internazionale di letteratura Città di Como

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10 domande al fotografo Guido Taroni

Ciao Guido, grazie per aver trovato del tempo da dedicarci e per aver accettato di rispondere alle nostre domande.
Cogliamo anche l’occasione per ringraziarti per essere membro della nostra giuria, sezione Multimediale, foto e video.

1. Abbiamo letto in diverse tue biografie che non hai frequentano nessuna scuola di fotografia.
Quando hai iniziato a scattare foto ed hai capito che era la tua strada?

Ho iniziato da bambino per diletto e ho proseguito giovanissimo sperando che sarebbe potuto diventare un lavoro vero e proprio. Tanta gavetta finché un giorno ho realizzato di avere un mestiere tra le mani. 

2. Le tue prime esperienze le hai avute prima lavorando in uno studio di fotografia per architettura ed interni e poi lavorando nello studio fotografico di tuo zio, Giovanni Gastel, che ricordiamo con affetto.
Qual è l’insegnamento più prezioso che hai ricevuto da tuo zio?

Tra i tanti uno fondamentale: la pazienza!
Giovanni era un grande maestro, un grande poeta e per me prima di tutto un amato zio. 
Ho avuto la fortuna di essere al suo fianco mentre muovevo i primi passi, ho imparato tanto… 
E’ incredibile come continui ad essere sempre presente nella mia vita, nel lavoro, nel pensiero e nell’animo. 
Tante sono le cose che ho imparato nel mitico studio di via Tortona… alcune anche solo timidamente osservando. 
Tra le tante ricordo la capacità che aveva lo zio di mettere tutti a proprio agio, di creare subito un clima familiare, senza nulla togliere alla concentrazione e alla professionalità che erano sempre forti e presenti. 
La pazienza era una delle qualità di Giovanni, che con le sue mani un po’ tremanti componeva come un mago elegantissimi still life molte volte in precario equilibrio.
Così ogni tanto la composizione elaborata crollava all’improvviso prima dello scatto e Giovanni tranquillissimo ricominciava da capo. Anche per tre quattro, cinque volte. Finché alla fine trionfava vittorioso! 

3. Tra i tuoi primi scatti, c’è una fotografia in particolare che ricordi con affetto?

Ce ne sono tante, ognuna legata a una diversa avventura. Dico avventura perché le mie prime foto sono esperimenti in cui mi cimentavo per cercare una mia estetica e un mio modo di vedere il mondo. 
Tante volte frugando nell’armadio della mamma, usando un paio di sue scarpe per mettermi alla prova, inventando pubblicità senza committenza o anche fotografando amiche pretendendo che fossero grandi indossatrici! 
Ricordo ancora una delle mie primissime foto: sul BITITRE, un bellissimo motoscafo Riva, di zio Muni, fotografai una cara amica, Sofia, anzi la sua slanciata gamba, fasciata in una calza scura con riga, in equilibrio su una scarpa con tacco di Manolo Blanhik sottratta a mamma, sulla lucida prua della barca. 
La foto vinse il bando e fu chiamata “Tacchi sul tek” sogno e incubo di ogni armatore! 
Fu la mia primissima foto pubblicata e lo ricordo ancora con grande emozione. 

4. Qual è il tuo luogo del cuore? L’hai mai immortalato con uno scatto?

I miei luoghi del cuore spesso coincidono con la mia infanzia.
Sono luoghi che mi parlano e con cui parlo.
Sono luoghi dove mi sento a casa, che conosco come le mie tasche.
Ci ho riposto segreti, quei luoghi dove basta un profumo per renderti felice. 
Ne ho almeno due: il lago di Como e la Calabria. 
Sono due posti diversi ma per me simili, dove ritrovo tutte queste sensazioni e dove ogni volta mi sento tranquillo, a casa. 
Li ho fotografati molto entrambi e non posso fare a meno di farlo. Sono come le mie die muse, i miei due amici da cui non mi separerò mai. 

5. Se dovessi sintetizzare in poche righe la tua fotografia… come la descriveresti?

La mia fotografia? Non saprei… non l’ho mai giudicata e non so se dovrei farlo io! 
Però posso dire che la mia intenzione è sempre quella di ricercare un equilibrio, nell’inquadratura, nel colore.
Di seguire naturalmente, osservando, il corso della luce e quindi fotografare quello che è bello in quel determinato momento. 
Mi piace sicuramente trasmettere un sentimento e la sfida è sempre di cercare di vivere intensamente quel momento per  passarlo allo spettatore! 

6. Cosa consiglieresti a chi si è appena approcciato al mondo della fotografia?

Consiglierei di non partire prevenuti precludendosi i diversi della fotografia senza averli prima approcciati e sperimentati. Penso infatti che se si ha la passione per la fotografia in generale e, fondamentale, si ha occhio, sia necessario esplorare i vari ambiti mettendosi alla prova, per capire in cosa si è più portati! 
Senza provare non si può sapere e certe volte possono nascere grandi sorprese e grandi amori! 
Penso che non ci sia un film specifico ma che i film in generale siano una grande fonte di ispirazione per noi fotografi. Ogni Volta che guardo un film infatti mi ispiro… può essere un colore, una sensazione, una musica, un mood. In generale comunque consiglio di lavorare, tanto, di aprire bene gli occhi, di stare attenti, di curare i dettagli e di fare molta gavetta… se occhio, inventiva e qualità ci sono allora arriveranno anche i risultati! 

7. Che libro o film consiglieresti sulla fotografia a chi ama quest’arte?

Penso che non ci sia un film specifico ma che i film in generale siano una grande fonte di ispirazione per noi fotografi. 
Ogni Volta che guardo un film infatti mi ispiro.. può essere un colore, una sensazione, una musica, un mood. 

8. È membro della nostra giuria per il secondo anno e noi ne siamo felici.
Abbiamo due domande a riguardo:cosa ricerchi degli elaborati della sezione multimediale degli iscritti del Premio Città di Como? Cosa ti fa capire se un progetto ha potenzialità?


Capisco se qualche progetto ha potenzialità da varie cose ma sicuramente la principale è se in quel momento per qualche secondo mi cattura, mi porta altrove, mi racconta una storia… il tutto con qualità. 

9. Grazie davvero per le sue preziose parole, in conclusione ti facciamo ancora due domande:
Hai un mantra o una frase che ti accompagna in ogni tuo progetto?


Non ho una frase ma una cosa che faccio sempre è rigirare sempre in positivo gli imprevisti o i piccoli problemi. 
E’ utile nella vita… e nel lavoro! 

10. Progetti fotografici futuri?

Sto lavorando a svariati libri fotografici sia per Rizzoli International che per Vendome alcuni in uscita a Settembre di quest’anno… Quindi presto ve ne potrò parlare!
Come si dice… Stay tuned!


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