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Premio internazionale di letteratura Città di Como

Addio a Giulio Giorello

E’ morto ieri pomeriggio a Milano dove era nato, Giulio Giorello, filosofo della scienza, intellettuale e studioso poliedrico.

Aveva 75 anni ed era stato dimesso da poco dal Policlinico dove è rimasto ricoverato a lungo per Corona Virus.

A casa pareva essersi ripreso tanto che pochi giorni fa si era sposato con la sua compagna, Roberta Pelanchin.

Laureato in filosofia e matematica, titolare della cattedra di Filosofia della Scienza all’Università Statale di Milano e in seguito professore emerito come succede a chi acquisisce un grande prestigio e meriti riconosciuti.

Giulio Giorello faceva parte della giuria del premiocittadicomo e credo che, insieme a Edoardo Boncinelli nel settore della saggistica, abbia elevato la qualità già molto alta dei giurati, in particolare rapporto alla cultura scientifica che ha contribuito a diffondere, opera grandemente meritoria in una Nazione come la nostra che ne è purtroppo carente.

Le volte che ho avuto modo di parlare con lui ho colto sempre una sottile vena ironica e una intelligenza non comune.

Era attento, mai supponente e pesava ogni parola che pronunciava. Si capiva che era un uomo libero, non apparteneva a nessuna Chiesa; lontano da quei condizionamenti mentali che ci incatenano alla ovvietà e alle convenzioni banali.

Sapeva essere disincantato tanto che non temeva nè  trovava riduttivo per un intellettuale quale era, citare Tex Willer o Topolino essendo un grande estimatore dei fumetti. Diceva che importante è conservare la tolleranza delle differenti opinioni perché nella discussione che ne nasce, si trova una grande occasione per crescere.

Mi piace ricordare le parole di Boncinelli che lo conobbe bene lette  sul Corriere di oggi: “Era una delle voci più penetranti, libere e pulite del mondo culturale, era in grado di parlare di tutto senza sforzo, aveva una apertura mentale e una onestà intellettuale che non ho mai incontrato in altri”.

Ora lui grande amante della libertà, ha trovato quella vera e vi riposa.

Giorgio Albonico

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