Andrea Vitali invita a rileggere i Maestri del romanzo
Reduce da un incontro letterario in Val Bregaglia che lo ha portato a dialogare con alcuni autorevoli esponenti della narrativa italiana di oggi, Andrea Vitali, il Presidente della Giuria del Premio “Città di Como”, ha appena pubblicato da Einaudi un nuovo romanzo.
Un ritorno alle origini in un certo senso.
Non aspettiamoci le atmosfere bellanesi che hanno conquistato milioni di lettori.
“Ho recuperato quel clima malinconico, quel piacere di raccontare le profondità dell’animo umano come ad esempio il senso di colpa, in senso metafisico alla Dino Buzzati, ritrovando quell’atmosfera narrativa che ispirò i miei primi passi letterari di prosatore, quelli che piacquero a Raffaele Crovi che mi lanciò” dice il romanziere lariano.
Che ora dovrà intrecciare le presentazioni del suo recente romanzo di ambientazione bellanese edito da Garzanti che vede protagonista il maresciallo Maccadò con le presentazioni della nuova creatura einaudiana che esce nella collana “Stile libero” più aperta a sperimentazioni in prosa con il titolo “Documenti, prego”.
Un “circolo vizioso del tutto verosimile” lo presenta Vitali, un incubo contemporaneo, senza marescialli prevosti o perpetue bellanesi e atmosfere boccaccesche o malinconie lacustri lariane ma con tanti luoghi e non luoghi della società urbana e liquida di oggi.
Raccontato con coinvolgente lucidità, in cui il lettore è chiamato a immergersi e a riconoscersi.
L’esistenza di un uomo qualunque trasformata in un incubo indecifrabile.
Una realtà, o un delirio, che il lettore vive assieme al protagonista, mentre davanti ai suoi occhi sfilano personaggi formidabili, comici e drammatici, che Vitali tratteggia con maestria unica.
Conservando, anche nei momenti piú oscuri, il suo sguardo accogliente nei confronti dell’estrema vulnerabilità della specie umana.
Vitali ribadisce ai partecipanti al premio “Città di Como” il consiglio spassionato di sempre:
“Per scrivere bene occorre leggere molto, e di tutto, con passione autentica. Io ho appena concluso la lettura dei libri in corsa a Strega e Campiello, una maratona di 17 libri che ho letto per dovere. Ora mi concedo il piacere delle libere letture primaverili, ossia un contemporaneo e un classico.
Sul mio tavolo ci sono: l’ultimo romanzo in due parti di Haruki Murakami che adoro per l’assoluta originalità e la capacità di invenzione fantastica e di coinvolgimento totale del lettore e il mio intramontabile Delitto e Castigo, che ha quell’inizio così magistrale, capace di immergerti nella storia e isolarti dal mondo. Come si fa a non amarlo?”.
Ma come valutare i tanti testi in concorso anche quest’anno al Premio comasco ormai diventato un riferimento nel panorama dei certami letterari del Paese?
“Cerco testi che soddisfino il mio gusto di lettore, e la mia bussola è Daniel Pennac: se il libro non ti sa prendere, non ti sa conquistare, allora è meglio lasciar perdere.
Se lo scrittore che hai davanti non ti rispetta, non ti prende per mano e ti accompagna nella scoperta del suo mondo, non ti avvince come fa Dostoevskij, vuol dire che ha sbagliato approccio”.