
Lezioni di scrittura da Houellebecq e Lovecraft
Realismo o fantasia, nella scrittura narrativa? Che strada scegliere? Nel suo saggio su Lovecraft edito in Italia da Bompiani nel 2001, per Michel Houellebecq essere «contro il mondo, contro la vita» è nell’ambito della letteratura essere contro il realismo del cosiddetto romanzo tradizionale: “Lovecraft, in realtà, non ha un atteggiamento da romanziere. Più o meno tutti i romanzieri si ritengono in dovere di fornire al lettore un’immagine esaustiva della vita. Credono che la propria missione sia quella di “illuminare” in maniera nuova e speciale; ma sui fatti in sé di questa illuminazione non hanno scelta. Sesso, denaro, religione, tecnologia, ideologia, suddivisione della ricchezza … un buon romanziere non può ignorare nulla di tutto ciò. E tutto ciò deve trovare posto in una visione coerente del mondo. L’obbiettivo, com’è evidente, è pressoché irraggiungibile, e il risultato è quasi sempre deludente. Proprio uno sporco mestiere, quello del romanziere”. Il saggio dell’autore di Serotonina (Nave di Teseo) uscito in Francia nel 1991 è quantomai attuale non solo per inquadrare l’autore francese e quello americano, ma anche per riflettere su questioni di stile e contenuto.