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Premio internazionale di letteratura Città di Como

La magia del museo contro i disturbi neuropsichiatrici: la fruizione dell’arte migliora la socialità e il benessere delle persone con autismo e deficit cognitivi

Una visita al Museo Teatrale alla Scala, con la possibilità di assistere a una versione ridotta del Flauto magico di Mozart, ha effetti positivi su soggetti con Disturbi dello spettro autistico, psicopatologia e deficit cognitivi, in termini di socialità e benessere, difficilmente raggiungibili con interventi di altro genere. È questo il sorprendente risultato dello studio pilota realizzato grazie alla collaborazione tra la Fondazione VSM di Villa Santa Maria, Centro Multiservizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza con sede in Tavernerio (Como), e il Museo Teatrale alla Scala di Milano.

L’iniziativa, la prima del suo genere in Italia, aveva l’obiettivo di rilevare la fattibilità di una fruizione speciale dell’esperienza museale in soggetti minorenni e adulti affetti da differenti forme di patologie neuropsichiatriche. Condotta grazie al coinvolgimento di piccoli gruppi di pazienti in carico al Centro, si è svolta attraverso la misurazione dello stato di wellbeing dei partecipanti nei giorni che hanno preceduto la visita al Museo e nel periodo successivo.

Grazie a uno strumento creato ad hoc per consentire anche a soggetti con disabilità mentale di esprimere chiaramente le proprie sensazioni, è stato possibile rilevare il loro benessere prima e dopo la visita, nel corso della quale sono stati loro proposti un programma personalizzato, studiato da un mediatore culturale, e un’esperienza di ascolto musicale condotta dal maestro Fabio Sartorelli, docente al Conservatorio di Como e all’Accademia Teatro alla Scala di Milano, e dai suoi allievi, con un riadattamento del Flauto Magico di Mozart. 

Gli effetti positivi, che verranno illustrati oggi nel corso del convegno intitolato La magia del museo contro i disturbi neuropsichiatrici: un benessere sorprendente, che si svolgerà alle 18 al Museo Teatrale alla Scala (programma in allegato), sono stati evidenti. 

La misurazione del wellbeing nei giorni precedenti ha permesso di stabilire un livello di wellbeing basale di riferimento, con un valore medio di 66 nel gruppo di ragazzi con autismo, 58 nel gruppo di adolescenti con psicopatologia e di 60 nel gruppo degli adulti con disabilità cognitiva e ritardo mentale. La misurazione del wellbeing subito dopo l’esperienza estetica ha messo in evidenza un forte impatto emotivo con un incremento statisticamente significativo del benessere psicologico momentaneo, che è risultato del 37% nel gruppo di ragazzi con autismo, del 64% nel gruppo degli adolescenti con psicopatologia e del 50% nel gruppo degli adulti con disabilità cognitiva e ritardo mentale. Tutti hanno raggiunto valori prossimi alla soglia massima di benessere. 

“Il nostro progetto di accessibilità Un Museo senza limiti, di cui questo convegno è tra gli esiti più felici, ha consentito al Museo di intraprendere in questi ultimi anni diverse iniziative pilota sia nell’ambito delle disabilità motorie, sensoriali e psichiche, sia in quello del  contrasto all’emarginazione sociale”, ha sottolineato la dottoressa Donatella Brunazzi, Direttore del Museo Teatrale alla Scala. “Oggi uno dei primi doveri di un’Istituzione culturale museale è quello di rendere  concreto, come diritto primario alla stregua di cibo, casa, lavoro, uguaglianza e cittadinanza, il diritto al godimento dell’arte, della cultura e della bellezza, della storia della civiltà contemporanea di cui il nostro patrimonio culturale è il massimo testimone e interprete. Un diritto alla memoria per sentirsi tutti cittadini del futuro”.

“Per quanto i benefici dell’arte-terapia siano ben noti, soprattutto per quel che riguarda le malattie degenerative come l’Alzheimer, non si era finora mai riusciti a misurarne oggettivamente i benefici in termini di benessere”, ha spiegato il professor Enzo Grossi, Direttore scientifico della Fondazione VSM di Villa Santa Maria. “Questo studio pilota ha consentito di colmare il vuoto, rilevando peraltro risultati tanto positivi da poter immaginare di replicare esperienze di questo tipo su ampia scala come veri e propri interventi per la promozione del benessere e della salute, anche nel caso di persone con disturbi dello spettro autistico e patologie neuropsichiatriche”. 

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