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Premio internazionale di letteratura Città di Como

Un libro e un giardino, la routine di Flavio Santi

Il consiglio più utile che dà a chi vuole cimentarsi nella scrittura è conciso ma efficace, e si ispira a William Faulkner: mai fermarsi alla prima versione, ma scrivere e riscrivere, in continuazione.

Mai essere soddisfatti. il vero scrittore si vede da quello che butta, non da quello che tiene”. Flavio Santi, il professore, scrittore e poeta dell’Università dell’Insubria di Como, ha inventato il personaggio del Maigret friulano Drago Furlan. Rustico, umorale, nostalgicamente pasoliniano. Flavio Santi è anche giurato del premio letterario “Città di Como” giunto alla settima edizione e ha pubblicato da Rizzoli la sua nuova traduzione di Dracula, il capolavoro di Bram Stoker.

Santi ha una lunga attività di traduttore, ad esempio ha pubblicato da Adelphi la nuova versione italiana di un capolavoro di Ian Fleming, Dottor No. Mentre prima si era cimentato con Vivi e lascia morire sempre di Fleming e ha anche pubblicato la versione italiana di un libro molto attuale, “Viaggio attorno alla mia camera” di Xavier De Maistre. Gli chiediamo qualche consiglio di scrittura da utilizzare in questi tempi di attività soprattutto domestica. «Da scrittore, traduttore e studioso ho sempre fatto una vita piuttosto “monacale”, scandita dai ritmi di scrittura e lettura, dunque la mia routine non è molto cambiata…”. Santi si rivela fedele di Cicerone, che ha lasciato un aforisma memorabile sulla lettura: “Se presso alla biblioteca ci sarà un giardino, nulla ci mancherà” (Si hortum in bibliotheca habes, deerit nihil, dalle Epistulae ad familiares).

Ecco infatti il ritratto dello scrittore Santi e della sua routine: “Da sempre i miei spazi sono la scrivania, la biblioteca e il giardino, perciò non noto molto il cambiamento. In quanto docente, invece, la situazione è decisamente mutata: le lezioni online, utilissime, sono comunque fredde, distaccate, disumane in fondo. Per il resto, ho molta fiducia nella scienza e nelle istituzioni, cerco di essere il più razionale possibile e seguire tutte le indicazioni. Rileggo La morte di Ivan Ili’c di Tolstoj, un libro che mi dà grande conforto e fiducia: da scrittore (e giallista) sono comunque abituato all’idea della morte, ci penso quotidianamente».
Che ruolo hanno i libri e quanto è importante la loro presenza viva nella nostra quotidianità in momenti così difficili? «Dicevo di Tolstoj, ma questo vale per i libri e l’arte in generale: ti danno la dimensione e il senso dell’umano, nel bene come nel male. Un’altra lettura è il filosofo romano Seneca, La brevità della vita: serve a prendere coscienza della nostra fragilità e a impegnare il tempo nel migliore dei modi possibili». Tra breve Santi metterà mano anche al suo nuovo romanzo.

Di Lorenzo Morandotti

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